Le chef-d'œuvre de Saint-Saëns revient en ces lieux après 40 années d'absence, dans la mise en scène de Jean-Louis Grinda. Les rôles-titres sont tenus par Aleksanders Antonenko et Anita Rachvelishvili, l’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo sous la direction de Kazuki Yamada, avec le Chœur de l’Opéra de Monte-Carlo et le Ballet de l’Opéra de Shanghai.Giovedì 22 novembre alle 20 e domenica 25 novembre alle 15, Grimaldi Forum Monaco
Una sintesi di tradizioni musicali
Sansone e Dalila è opera di un compositore
edotto nella sua arte, in un’epoca appassionata di esotismo, aperta alla
ricchezza dei viaggi nel tempo e attraverso i paesi. Quest’opera è quindi un
mix di tradizioni musicali di notevole varietà. Alcune linee s’ispirano
direttamente al canto piano (cantus planus o canto semplice e puro), anche noto
come canto gregoriano, dal nome di papa Gregorio che ha approvato come musica
ufficiale della religione cristiana questo canto a cappella con un’unica linea,
eseguito in coro dai monaci cristiani dal V secolo. Si ritrova inoltre la
musica barocca di Bach e di Haendel, con una varietà di temi e una ricchezza
armonica. La delicatezza del ritmo e del lavoro sul colore fa pensare a Delibes
e Bizet, contemporanei di Saint- Saëns. Il dettaglio delle combinazioni orchestrali, quando associano un legno a un
ottone o uno strumento a corda a uno ad aria, denota il lavoro minuzioso e la
rivoluzione orchestrale che metteranno a segno Debussy e Ravel. Infine, le
melodie di Saint- Saënshanno la sensualità degli italiani e la matrice orientale ispirata al soggiorno ad Algeri, dove l’autore compose il III atto.
Uno dei più bei
duetti in assoluto
Il mio cuore si apre
al sentire la tua voce: questa l’aria principale di Sansone e Dalila, una delle
più celebri del repertorio lirico. Quest’aria è il cuore drammatico dell’opera:
con questa Dalila seduce Sansone che gli dichiara a sua volta il suo amore e il
segreto della sua forza. Quest’aria è struggente per i sentimenti che esprime,
ma anche perché annuncia il destino fatale: Dalila, che voleva sedurre Sansone,
è vittima della sua stessa trappola, nel credere davvero alle sue promesse
fallaci. La melodia di Dalila comincia con una dolce confidenza prima della
richiesta a Sansone “Rispondi alla mia tenerezza” nella quale subentra l’arpa. La
melodia è di forma strofica (la stessa musica accompagna parole diverse e anche
dei versetti). La musica utilizza tutte le risorse di un’orchestra a corde e
legni (senza percussioni né ottoni, fatta eccezione per dei corni di una
dolcezza estrema e da un rollio di timpani con triplice piano). L’orchestra è
un’onda che spazia dai toni gravi agli acuti in un lungo crescendo che comincia
pianissimo con le corde in pizzicato (dolcemente pizzicate con le dita e non
suonate con l’archetto) per sfociare in un forte espressivo e incarnato. Quest’aria
è a immagine e somiglianza dell’opera: una sottile fusione di diversi stili
musicali.
L’accompagnamento
inizia in modo assai classico, con accordi perfetti (gli accordi più consonanti
nella musica occidentale, composti da una terza e una quinta, come ad esempio
do-mi-sol). La linea vocale è di una grande dolcezza, con il suo movimento
congiunto (le note si susseguono nella gamma, come ad esempio la, si,do). Gli
accordi tradizionali si modificano poco a poco, con sottili alterazioni
(bemolli, diesi, bequadro) distillate qua e là. L’alterazione degli accordi
occidentali trasforma la melodia in un melisma arabo (molto riconoscibile per i
suoi intervalli di quinta diminuita e di seconda aumentata). Per la fine dell’aria,
la grande opera occidentale riprende il sopravvento, con l’acuto potente della
soprano su “Ah! Versami l’ebbrezza!” che ridiscende poi su tutta la tessitura
di mezzo nel rappresentare l’ebbrezza versata. Sansone risponde con un bemolle
acuto: “Ti amo!” mentre l’orchestra sembra quasi sparire.