"Samson et Dalila" di Camille Saint-Saëns

Da giovedì 22 a domenica 25 novembre 2018
Le chef-d'œuvre de Saint-Saëns revient en ces lieux après 40 années d'absence, dans la mise en scène de Jean-Louis Grinda. Les rôles-titres sont tenus par Aleksanders Antonenko et Anita Rachvelishvili, l’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo sous la direction de Kazuki Yamada, avec le Chœur de l’Opéra de Monte-Carlo et le Ballet de l’Opéra de Shanghai.Giovedì 22 novembre alle 20 e domenica 25 novembre alle 15, Grimaldi Forum Monaco

Una sintesi di tradizioni musicali

Sansone e Dalila è opera di un compositore edotto nella sua arte, in un’epoca appassionata di esotismo, aperta alla ricchezza dei viaggi nel tempo e attraverso i paesi. Quest’opera è quindi un mix di tradizioni musicali di notevole varietà. Alcune linee s’ispirano direttamente al canto piano (cantus planus o canto semplice e puro), anche noto come canto gregoriano, dal nome di papa Gregorio che ha approvato come musica ufficiale della religione cristiana questo canto a cappella con un’unica linea, eseguito in coro dai monaci cristiani dal V secolo. Si ritrova inoltre la musica barocca di Bach e di Haendel, con una varietà di temi e una ricchezza armonica. La delicatezza del ritmo e del lavoro sul colore fa pensare a Delibes e Bizet, contemporanei di Saint- Saëns. Il dettaglio delle combinazioni orchestrali, quando associano un legno a un ottone o uno strumento a corda a uno ad aria, denota il lavoro minuzioso e la rivoluzione orchestrale che metteranno a segno Debussy e Ravel. Infine, le melodie di Saint- Saënshanno la sensualità degli italiani e la matrice orientale ispirata al soggiorno ad Algeri, dove l’autore compose il III atto.

Uno dei più bei duetti in assoluto

Il mio cuore si apre al sentire la tua voce: questa l’aria principale di Sansone e Dalila, una delle più celebri del repertorio lirico. Quest’aria è il cuore drammatico dell’opera: con questa Dalila seduce Sansone che gli dichiara a sua volta il suo amore e il segreto della sua forza. Quest’aria è struggente per i sentimenti che esprime, ma anche perché annuncia il destino fatale: Dalila, che voleva sedurre Sansone, è vittima della sua stessa trappola, nel credere davvero alle sue promesse fallaci. La melodia di Dalila comincia con una dolce confidenza prima della richiesta a Sansone “Rispondi alla mia tenerezza” nella quale subentra l’arpa. La melodia è di forma strofica (la stessa musica accompagna parole diverse e anche dei versetti). La musica utilizza tutte le risorse di un’orchestra a corde e legni (senza percussioni né ottoni, fatta eccezione per dei corni di una dolcezza estrema e da un rollio di timpani con triplice piano). L’orchestra è un’onda che spazia dai toni gravi agli acuti in un lungo crescendo che comincia pianissimo con le corde in pizzicato (dolcemente pizzicate con le dita e non suonate con l’archetto) per sfociare in un forte espressivo e incarnato. Quest’aria è a immagine e somiglianza dell’opera: una sottile fusione di diversi stili musicali.
L’accompagnamento inizia in modo assai classico, con accordi perfetti (gli accordi più consonanti nella musica occidentale, composti da una terza e una quinta, come ad esempio do-mi-sol). La linea vocale è di una grande dolcezza, con il suo movimento congiunto (le note si susseguono nella gamma, come ad esempio la, si,do). Gli accordi tradizionali si modificano poco a poco, con sottili alterazioni (bemolli, diesi, bequadro) distillate qua e là. L’alterazione degli accordi occidentali trasforma la melodia in un melisma arabo (molto riconoscibile per i suoi intervalli di quinta diminuita e di seconda aumentata). Per la fine dell’aria, la grande opera occidentale riprende il sopravvento, con l’acuto potente della soprano su “Ah! Versami l’ebbrezza!” che ridiscende poi su tutta la tessitura di mezzo nel rappresentare l’ebbrezza versata. Sansone risponde con un bemolle acuto: “Ti amo!” mentre l’orchestra sembra quasi sparire.