Monaco Dance Forum

Spesso la storia è fatta di soglie e di livelli, e in The Great Tamer, Dimitris Papaioannou non indugia nello sfidare il suo corpo di ballo a trovare il proprio equilibrio e i punti di proiezione su un palcoscenico gonfiato che si demolisce, tumefà, assorbe e rifiuta costantemente.
Da questa metafora dell’uomo in cerca di qualcosa, lo spettacolo può essere interpretato come un’epopea, sensoriale e primitiva. “Si tratta di scavare e seppellire, poi di rivelare. Parlare d’identità, del passato, dei retaggi e dell’interiorità”.
Nell’esporre le piccole tragedie e le grandi assurdità delle nostre vite contemporanee, facendo comparire figure note ed ambigue del circo – il clown, l’acrobata -, l’opera del coreografo greco si tinge di malinconia e di umorismo, e gioca sulle convenzioni teatrali rendendo complice il pubblico.
Tra leggerezza e tragedia, in un universo plastico che rende omaggio ai maggiori pittori europei – Botticelli, Raffaello, El Greco, Rembrands, Magritte, Kounellis, Dimitris Papaioannou alza l’asticella e chiede a ciascuno di “esaurire la propria vita” e di dare tutto ciò che vi è da dare prima di lasciare questo mondo.
La ricerca della bellezza e della grazia non è quindi né riposante né contemplativa.

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